Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia, nata come fattore di progresso, si fa sempre…
Rigenerazione Umana — smascherare l’illusione della città vetrina
“Città Mercato, la città dove tutti vorranno abitare.”
Per fortuna non è più così.
Prima di tutto occorre che guardiate questo spot anni ’80, che tra l’altro ha all’incirca la mia età:
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Negli anni ’80 ci hanno raccontato che “Città Mercato” sarebbe stata la città perfetta, quella dove tutti avremmo voluto vivere.
Non era una città. Era il trailer della deriva che ci ha portati qui: periferie senz’anima, centri commerciali che sostituiscono le piazze, relazioni ridotte a scontrini e carte fedeltà.
Riguardando quello spot ho sentito un brivido. Non solo nostalgia, ma la consapevolezza di quanto ci siamo lasciati sedurre, schedare, addomesticare…
Eppure qualcosa è cambiato. Qualcuno si è svegliato.
Città Mercato segna l’inizio della fine dei centri storici e negozi di prossimità.
Da lì il fenomeno dilaga a culminare con la miriade di supermercati di periferia collegati alle arterie principali, per terminare ed iniziare a scricchiolare con i titani [Il Centro] di Arese e Merlata Bloom.
Rimango scosso e basito a rivedere questa registrazione ritornata a me, digitalizzata, via messaggino in chat, dopo 45 anni. Nel profondo molto emozionato, perché parla del posto da cui vengo.
Là vicino sorgeva il complesso di palazzi di Rho poco sopra la soglia di quelli popolari, che ai tempi formavano il nuovo quartiere della periferia, all’interno della quale vi era la casa che i miei genitori acquistarono con tanti sacrifici appena 24enni.
Questo spot mi ricorda che non ci si deve vergognare di essere di origini umili e di essere nati ai bordi di città sempre più tecnologicizzate e smartizzate, che ci usano, trattano, tracciano e sorvegliano come carcerati con il numerino sul petto.
Oggi siamo più adulti e quelli un poco più consapevoli intravedono il disegno delle cose create per ingannarci ed incasellarci.
Per fortuna qualcosa é cambiato in noi, e il nostro comportamento, che poi rischia di diventare nuova abitudine, può fare la differenza per modellare e ri-abitare dal basso le città, abbandonando vecchie tradizioni ed usi per abbracciare nuove filosofie.
Possiamo ancora scegliere: abitare spazi che ci somigliano o continuare a farci abitare da modelli imposti.
Possiamo ancora rompere l’incantesimo e costruire luoghi per le persone, non per il consumo.
Il velo di Maya é calato, cerchiamo di stare nelle illusioni solo per camparci, ma per fortuna il bisogno di relazioni autentiche invece ci porta proprio altrove, verso un luogo diverso da una città o da un pensiero unico legato al mercato, questa può essere una rigenerazione finalmente meno urbana e più umana.
Altre fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Citt%C3%A0Mercato
https://www.instagram.com/reel/DJEEPEXy1EZ/?igsh=NHFvdGphYjZhaHVv